Regalbuto - Guida Turistica

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Chiesa San Basilio
 Sorge sulla piazza più importante della città ( Piazza della Repubblica ), col campanile ad est, presso l’ingresso principale, accanto al palazzo del Comune. La chiesa, costruita e sostanzialmente ultimata nel 1764, è una vasta fabbrica eretta sull’area  d’un più antico e preesistente tempio. Purtroppo, per il divieto di accesso agli archivi parrocchiali, ci è importante una ricostruzione circostanziata dell’edificio, essendo la nostra documentazione indiretta e del tutto monca. Sicuramente la chiesa esisteva nel 1500, ma la descrizione più precisa in nostro possesso è quella, piuttosto tarda, di Vito Amico. Essa dice: “. Spicca fra essi ( i sacri edifici ) il tempio maggiore parrocchiale sacro a S. Basilio, Sorge la chiesa a maestro, in un poggio, verso le parti aquilonari del paese, col campanile verso la porta, ad oriente, ma in più magnifiche forme presa da poco a costruirsi, attendere il supremo compimento. ”
Chiesa M. SS. della Croce
 Sorge la chiesa in una delle aree piu’ centrali di Regalbuto, addossata ai piedi del pendio della zona cristiana, ai confini tra quest’ultima e il quartiere saraceno: proprio di fronte alla chiesa di San Giovanni e alla scomparsa chiesa di sant’Agostino. Posta in uno dei vertici del rettangolo dell’antica Piazza Santa Croce (oggi Vittorio Veneto), che un tempo fu la piu’ bella della citta, i Regalbutesi la costruirono, sembra, verso la fine del XV secolo. La chiesa elevata nel 1527 a suffraganea della parrocchia San Basilio (Matrice) dal Vicario Generale di Mons. Scipione Carozolus, vescovo di Catania,fu sostanzialmente ultimata, per quanto ci è dato supporre, intorno alla seconda meta’ del Cinquecento. La costruzione della fabbrica fu poi ripresa intorno alla seconda meta’ del Seicento e fu portata a termine, secondo i canoni astetici del tempo,nel 1774. La decorazione interna fu invece completata nel 1805. Nonostante la ristrutturazione settecentesca, l’edificio non ha tuttavia perduto il riposato equilibrio e il pacato splendore della forma basilicale, in cui la consonanza e l’esatta definizione delle parti nascono da un puro rapporto di proporzioni
San Domenico
 La famiglia di S. Domenico, il cui antichissimo convento e la chiesa del pari elegante si osservano a greco, si stabilì nel1547 nella contrada saracena e prende oggi non lievi incrementi,poiché per una più ampia piazza ultimamente distesa dinanzi l’ingresso del tempio, più insigne divenne il prospetto dell’edificio da ostro”: così Vito Amico ci descrive la chiesa nel suo Dizionario Topografico. Costituita infatti all’estremità occidentale dell’antico quartiere saraceno che dalla chiesa poi la nuova denominazione, la fabbrica risale alla seconda metà del Cinquecento. Rinnovata nel Settecento, come d’altronde tutte le altre chiese di Regalbuto, essa presenta, all’interno, la stessa tipologia delle chiese di San Giovanni e del Collegio di Maria
San Giovanni
Eretta nel 1586, assieme al monastero voluto dalla nobildonna Angela Gritti che ne fu prima badessa,fu interamente rifatta all’esterno nella seconda metà del Settecento e, all’ interno  tra gli ultimi anni dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento. Il prospetto ripete il tema di quello di S. Maria  della Grazia ma se ne discosta per una esecuzione  più severa e lineare del disegno. Invero, anche se lo spunto iniziale del progetto delle 2 chiese risulta apparentemente identico, diversi  sono alla fine i risultati estetici conseguiti. L’autore della cappella delle Benedettine rileva una manifesta ricerca di effetti cromatici di sottolineatura dell’ ordito strutturale realizzato in conci di pietra lavorata. Invece  nella chiesa di S. Giovanni i paramenti murari, continui nella torre campanaria  e senza eccessivi risalti che ostacolino la luce, caratterizzano la spazialità prospettica della fabbrica   L'autore sfrutta le possibilità luministiche del materiale lapideo, delegando gli effetti plastici e chiaroscurali soprattutto alle grandi arcate della galleria . Il sacro edificio acquista così un aspetto vagamente turrito, di massa  muraria luminosa e chiusa, stereometricamente  definita.
Chiesa S. Antonio di Padova (afamà)
 La chiesa, preesistente al monastero Agostiniane S. Maria degli Angeli fondato nel 1526, era sede di una confraternita laicale.
 Acquistata nella seconda metà del   XVIII secolo dalle monache, fu da esse abbellita con pregevoli tele e splendidi stucchi, ed arricchita di preziosi altari in marmo mischio signorili suppellettili .
 Dai tabernacoli dei suoi altari provengono le porticine d’argento collocate oggi nel ciborio dell’altare maggiore della chiesa di S. Giovanni e nel ciborio dell’altare del S. Cuore della chiesa Madre Ripetutamente colpita dai bombardamenti del 1943, di esse rimane ,in alzato, solo il perimetro murale .
 Quattro dei suoi preziosi altari salvati dai sacerdoti P. Canpisi e P. Battiato, sono stati rimontati nella chiesa parrocchiale S. Maria della Croce .
 Il monastero invece, che era una delle più vaste fabbriche della città, fu abbattuto durante il periodo fascista (gli anziani ricordano con nostalgia il suo bellissimo chiostro cinquecentesco) per far posto all’odierno edificio scolastico.
Cappella di San Vito
 Fu eretta in località Tribona, oggi Piazza S. Vito, sul luogo dove era stato approntato l’altare che doveva accogliere le reliquie del S Protettore appena giunte in paese, prima della loro solenne e definitiva traslazione nella Chiesa Madre. È un piccolo edificio rettangolare con facciata a capanna.
 La scultura del Santo, posta sulla porta d’ingresso, si trovava ubicata precedentemente nell’oratorio della confraternita di S. Vito: da non confondersi quindi con l’edicola esistente, anche se parzialmente distrutta e che si trova nell’altra casa di proprietà della confraternita, tra S. Basilio e il Municipio.
Lago Pozzillo Questo lago, la cui lunga striscia argentea somiglia curiosamente ad una elegante cravatta, nobilita i caratteri di un pezzo di Sicilia probabilmente sconosciuta ancora a molti. Alberi d’eucaliptus, tamerici e vasti canneti ricoprono il terreno argilloso e nel silenzio della natura è possibile scorgere Svassi maggiori, Aironi Cinerini, Germani Reali, Cavalieri d’Italia e Folaghe. Nel bacino lacustre e nelle aree circostanti si svolgono varie manifestazioni sportive e campionati regionali di corsa campestre, canoa, pesca. Nelle sue acque vi si possono praticare la vela lo sci nautico, il canottaggio e il windsurf . nelle vicinanze del lago sorge la Cittadella dello Sport con un campo di calcio, una pista d’atletica, due campi da tennis e un campo polivalente per incontri di pallamano e calcio a 5.